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    Intervista a Belinda Granger

    Abbiamo raggiunto Belinda Granger,

    reduce dai suoi ultimi successi ad Arona e nelle Filippine.

     

    Belinda, prima di tutto complimenti per la tua splendida vittoria all’IM 70.3 Philippines! Un grande recupero durante la mezza maratona che ti ha permesso di superare Amanda Lovato, dopo una frazione bike non facilissima a causa della pioggia. Ci racconti la tua gara?

    Sono stata molto felice della mia gara nelle Filippine e anche un po’ sorpresa. Non è usuale per me vincere una gara in cui inseguo facendo affidamento sulla mia corsa per poter afferrare la vittoria. Credevo fermamente di poter raggiungere Amanda sulla bici ma con le strade bagnate non potevo prendere le curve tanto velocemente quanto faccio di solito e sono stata molto più prudente. La mia priorità era quella di non cadere. Una volta iniziata la corsa però mi sono sentita alla grande e più correvo più stavo meglio. E’ stata una grande gara per me.

    Un’altra vittoria tre settimane dopo quella all’AronaMen. Possiamo dire che Arona ti ha portato fortuna?

    La mia gara in Italia mi è piaciuta moltissimo…la mia prima volta a gareggiare lì e mi sono divertita tantissimo. Amo la distanza half iron…credo che mi si addica. Quello che più mi è piaciuto dell’AronaMen è stata la frazione ciclistica…un buon mix di pianura e velocità e poi delle belle salite…una combinazione perfetta. Penso che senza ombra di dubbio l’Aronamen mi abbia portato fortuna.

    L’AronMen è stata la tua prima gara in Italia. Qual è stata la tua impressione di questa tua esperienza italiana?

    ‘Bellissimo!!’. Sapevo che avrei amato l’Italia…cosa c’è lì da non amare…buon cibo, tempo piacevole, belle persone e incredibile shopping!!! Tutte le cose che amo nella vita. La gara stessa è stata così ben organizzata…era difficile pensare che fosse la prima edizione. Gli organizzatori sono stati meravigliosi e hanno fatto un grande lavoro. Finire nel centro di Arona è stato favoloso.

    Prima dell’IM 70.3 Philippines tu e Justin avete trascorso un po’ di tempo in Svizzera per allenarvi. Avete focalizzato la vostra preparazione su qualcosa in particolare o avete bilanciato l’allenamento su tutte e tre le discipline?

    Per la prima volta Justin e io abbiamo trascorso tre settimane in Svizzera ad Ascona. Certamente siamo andati lì per allenarci, ma anche per rilassarci e recuperare dopo il Challenge Roth e scoprire nuovi posti che non avevamo mai visto prima. Così anche se ci siamo allenati, abbiamo anche dedicato del tempo per guardare intorno…è stato un programma di allenamento molto ‘rilassato’. Credo davvero che questo tipo di approccio abbia lavorato in mio favore perché sono arrivata nelle Filippine ristorata e ricaricata. Ci assicuravamo di fare due sessioni al giorno di allenamento. Uno dei giorni di training che ho preferito è stato pedalare interamente intorno al  Lago maggiore….sbalorditivo!

    Adesso dopo il periodo trascorso in Europa siete di nuovo a casa in Australia. Un po’ di riposo o non è ancora tempo di pensare alle vacanze?

    Mi sono presa una settimana di pausa dopo le Filippine. Mi c’è voluto questo tempo per disfare le valigie e riorganizzarmi qui a casa. E’ incredibile quante cose puoi accumulare quando stai via per un paio di mesi. Ma sono ritornata a un programma di allenamento completo adesso poiché avrò un’altra gara fra tre settimane – il 70.3 Japan. Non farò pause fino a metà dicembre adesso. Fortuna che amo gareggiare.

    La stagione si concluderà con l’Ironman World Championships alle Hawaii e L’IM 70.3 Championship, da quest’anno a Las Vegas. Pensi di partecipare ad entrambi o come per la maggior parte dei triatleti l’EVENTO sui cui concentrarsi è solo Kona?

    Per la prima volta in 10 anni non parteciperò a Kona quest’anno. Ho deciso ad aprile che avrei fatto passare quest’anno. Le mie ultime tre uscite lì sono state terribili, quindi mi sono detta ‘perché non prendersi una pausa’? Ci sarò come spettatrice e per lavorare con alcuni dei miei fantastici sponsor. La mia prossima gara sarà l’IM 70.3 Japan a settembre, Chllenge Cape Town a novembre e Phuket 70.3 a dicembre, quindi ancora un po’ di gare da fare.

    Le nuove regole WTC sulla qualificazione a Kona hanno sollevato un po’ di polemiche. Qualcuno ha anche detto che ottenere la slot per le Hawaii è diventata solo una questione di mercato: più soldi, meno fatica. Tu cosa ne pensi?

    Avevamo sicuramente bisogno di un sistema di qualificazione per il World Championship. Questa dovrebbe essere una gara a cui solo i migliori dovrebbero accedere, quindi sono d’accordo sul fatto che si necessitasse di un nuovo sistema. Non sono sicura che WTC abbia fatto bene al 100%. Ci sono molte gare a cui hanno assegnato troppi pochi punti e un montepremi troppo basso. E sembra anche che sia molto, molto più difficile per le donne qualificarsi. Si è già potuto constatare che le donne hanno dovuto gareggiare molto di più quest’anno per prendere i punti necessari per stare  nella top 30. Ma come per ogni nuovo sistema, ci vuole tempo per perfezionarlo e sono sicura che WTC appianerà i problemi che ha avuto per la prossima edizione. Per quanto riguarda me, io scelgo le gare che amo. Sono ad un punto nella mia carriera in cui non mi si può dire a quali gare dovrei partecipare.

    La scorsa settimana, purtroppo, il New York triathlon ha registrato due morti, entrambi nella frazione di nuoto; questo ha innescato delle discussioni sulla pericolosità o meno del triathlon. Cosa ti senti di dire a tal proposito? E qual è il tuo consiglio per chi si affaccia alla multi disciplina per la prima volta, soprattutto in una gara che prevede il nuoto in acque aperte?

    E’ stato terribile sentire quello che è successo al N.Y. Triathlon. Il triathlon non è assolutamente uno sport pericoloso, specialmente se un atleta si è preparato correttamente. Il triathlon è uno sport per tutti, di qualsiasi abilità, ma è importante essere sicuri di essere sufficientemente preparati in tutte e tre le discipline prima di affrontare una gara.

    Ultima domanda: ti vdremo in Italia di nuovo il prossimo anno? Per un caffè espresso italiano ne vale la pena!

    ASSOLUTAMENTE! Ho apprezzato tantissimo il tempo trascorso lì quest’anno. Aronamen è sulla mia agenda gare per il 2012… come un’altra breve visita a Milano.

    Ultimo aggiornamento (Lunedì 29 Agosto 2011 21:12)

     
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